Periferiche Visioni

SPETTACOLI ⃝ LABORATORI ⃝ PERFORMANCE IN VALBISAGNO

Periferiche visioni: per percepire ciò che accade ai margini del nostro campo visivo, in qualsiasi direzione guardiamo. È la fondamentale capacità di mantenere la consapevolezza dell’ambiente circostante senza però perdere il focus.
 
Periferiche visioni sono tutti quei pensieri o idee che si situano all’estremità della nostra mente, apparentemente secondari all’agire quotidiano, ma che influenzano in modo straordinario e inaspettato la nostra percezione del mondo.
Periferiche visioni sono i sogni.
In una città troppo spesso delimitata e limitante, sono sguardi teatrali oltre il confine.
 

 

Direzione Artistica 
Daniela Deplano  –  Giancarlo Mariottini  –  Iula Rossetti 

Il Programma

Un inedito tour teatrale alla scoperta delle Ville storiche della Valbisagno.

ore 11.00 Villa Ferretto, Via Giovanni da Verazzano 173

ore 12.30 Villa Durazzo Pallavicino, Via Inferiore Fameiano 14

ore 15.30 Villa Cattaneo Grillo (Convento delle Brignoline), Viale Virginia Centurione Bracelli 13

ore 17.00 Villa Musso Piantelli, Corso Alessandro De Stefanis 8

I “palazzi di villa” sono stati per secoli simbolo del potere e della ricchezza del patriziato genovese, non meno sontuose e magnifiche delle dimore cittadine, i famosi Palazzi dei Rolli

Le aree suburbane della città sono disseminate di ville storiche, residenze estive di villeggiatura che hanno caratterizzato per secoli il paesaggio periferico, sono state assalite dall’espansione urbana ed edilizia e ancora oggi costituiscono un immenso patrimonio da salvaguardare.

Anche la Val Bisagno, con sue caratteristiche specifiche dato l’antichissimo ruolo di servizio alla città per la presenza di cave, fornaci e sorgenti, è ricca di gioielli più o meno nascosti.

Attraversando tutta la media e bassa valle, scendendo dalle alture di Struppa fino al quartiere di Marassi, quattro performance teatrali estemporanee ci accompagneranno, tra storia e leggenda, miseria e nobiltà, arte e tradizioni, alla scoperta dei “Rolli di periferia”.

ore 17.00 VILLA MIGONE Via S. Fruttuoso, 68

ATTO DI RESA Teatro Garage in collaborazione con AUSER 

Restituzione finale del laboratorio teatrale con Over 65 “IN GENOVA IL GIORNO 25 APRILE 1945…” Drammatizzazione dell’atto di resa dei tedeschi al termine della Seconda guerra mondiale.

La presenza del Cardinale Boetto, intermediario tra le parti belligeranti, influì sulla scelta di Villa Migone quale sede della firma del trattato di pace tra CNL Ligure e truppe tedesche.

La delegazione italiana era formata dal Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale Remo Scappini, dal dott. Giovanni Savoretti, dall’avv. Errico Martino e dal maggiore della piazza di Genova Mauro Aloni; quella tedesca era capeggiata dal comandante in capo delle truppe tedesche in Liguria generale Gunther Meinhold accompagnato dal suo vice, capitano H. Asmus e dal sergente Pohl, che aveva anche funzione di interprete. Le trattative cominciarono alle 9 del mattino del 25 aprile 1945 e si protrassero per tutta la giornata; finalmente, alle ore 19,30, l’atto di resa, stilato in quattro copie, venne firmato dai presenti. 

Drammatizzazione dell’atto di resa dei tedeschi al termine della Seconda guerra mondiale.

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI 

ore 16.00 TEATRO GARAGE Via Paggi, 43b   

LABORATORIO TEATRALE + SPETTACOLO

TOMATO SOAP LAB – GIOCHI DI GENERE 

condotto da Ariela Maggi e Giulio Canestrelli (Manimotò)

Il laboratorio si aprirà con un riscaldamento teatrale nel quale il corpo, la voce e le emozioni avranno un ruolo predominante. Si daranno delle minime basi del “giocare insieme” teatrale attraverso esercizi di ascolto, di lavoro di gruppo e di iniziazione alla costruzione del personaggio. In seguito, attraverso lo strumento della maschera teatrale e di costumi di scena, si giocherà a fare la femmina e fare il maschio, fare la madre e fare il padre analizzando e facendo emergere in modo ludico gli stereotipi basati sul genere, sull’età e sui rapporti familiari. I partecipanti saranno poi chiamati a mettere in scena loro stessi storie e testimonianze di episodi discriminazione e violenza. Le scene verranno poi analizzate e discusse in modo collettivo. Si ricercheranno e rintracceranno stereotipi e rappresentazioni della differenza di genere nella letteratura, nei nuovi media, nella produzione artistica e più in generale nella società contemporanea. Cercheremo insieme una pratica collettiva che vede al proprio centro la fantasia, elemento fondamentale per poter accedere a un altrove! 

Durata del laboratorio 3 ore

– Numero massimo partecipanti: 20

– Necessario abbigliamento comodo e preferibilmente di colore nero e senza scritte

Laboratorio di “gioco teatrale” il cui scopo è far riflettere sugli stereotipi di genere, età e rapporti familiari attraverso esercizi di ascolto, lavoro di gruppo ed esplicitazione delle proprie esperienze sul tema.

INGRESSO LIBERO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA al sito www.teatrortica.it

ore 21.00 TOMATO SOAP Teatronovela sulla violenza di genere in un’unica puntata

Manimotò  

regia Lydie Le Doeuff

con Ariela Maggi e Giulio Canestrelli 

disegno luci Matteo Pozzobon

Tomato Soap porta in scena la violenza di genere raccontando la storia di un uomo e una donna che pensano di darsi amore e si danno morte. Seguiamo le vicende di Gianni e Gilda dal loro primo incontro, l’innamoramento, la costruzione di una vita insieme, fino a diventare spettatori dell’incrinarsi del rapporto e della prepotenza con cui la violenza ne diventa protagonista. Gianni e Gilda sono due pupazzi di gommapiuma a grandezza umana, marionnettes portés, manipolati a vista dagli attori. Ma la storia dei pupazzi è anche il gioco della coppia di attori-manipolatori, che sotto gli occhi del pubblico scambiano le carte, invertendo i ruoli: è infatti l’attrice a fare l’uomo e l’attore a fare la donna. A dispetto della gravità del contenuto, TOMATO SOAP utilizza un linguaggio lieve, visuale, ironico, muto, accompagnando gli spettatori al limite della risata, là dove la tragedia diventa grottesco.

Una storia d’amore dalla sua nascita alla sua morte. La vicenda di Gianni e Gilda è il paradigma della più classica delle storie di violenza di genere in cui l’utilizzo di pupazzi accompagna gli spettatori nel grottesco. 

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI 

ore 21.00 TEATRO GARAGE Via Paggi, 43b

SETTIMO CONTINENTE

La Ribalta Teatro con il sostegno Teatrino dei Fondi di San Miniato

di e con Alberto Ierardi, Giorgio Vierda e Luca Oldani

luci Alice Mollica

costumi Chiara Fontanella

grafica Sue

foto Matilde Meliani

“Il Settimo continente” è un’indagine sul rapporto tra l’uomo e la plastica, che parte dal legame che ha unito questo materiale allo sviluppo della società contemporanea e alle abitudini quotidiane della collettività e degli individui.
Fotografiamo un’umanità sensibile, scossa, preoccupata, ma del tutto inetta, incapace di intraprendere una strada concreta. Come biasimarli… tutto d’un tratto siamo costretti a far scomparire quell’ammasso gigantesco di roba, che papà e mamma si sono dimenticati in “giardino” e che adesso a poco a poco ci impedisce di uscir di casa. Ecco come nasce l’umanità che tratteggiamo nello spettacolo, è come un pagliaccio che esce da casa e si trova di fronte una montagna d’immondizia, non sa come, non ricorda il perché, ma sa che tutto deve sparire. Tra goffi tentativi, belle speranze e improbabili soluzioni, si consuma la disperata impresa di compiere “la magia”, quella di far scomparire tutto quanto.
Lo spettacolo è diviso in quattro “magie” (nello specifico trattasi di quattro episodi): quattro punti irrisolti nel rapporto tra essere umano e plastica, che appunto i tre attori protagonisti, tentano di capire e di risolvere improvvisandosi maghi. Nel primo episodio li troviamo alle prese con la sfida di far scomparire una bottiglia, nel secondo li vediamo nascondere cartine di caramelle sotto il cuscino (rimpallandosi la colpa una volta scoperti, proprio come facevano da bambini), nel terzo tentare disperatamente di capire cosa sia l’economia circolare e infine, nel quarto, perdersi la in mezzo al mare a galleggiare come gli oggetti che abbiamo dimenticato, nel tentativo di ricordarseli tutti uno per uno.
Come è possibile ricordare di nuovo tutto, tutto ciò che è stato buttato? Da sempre siamo abituati a dimenticare. Tutto ciò che abbiamo smesso di amare, ciò che non ci serve più lo abbiamo sempre scartato, allontanato da noi, e infine appunto dimenticato, come se davvero potesse scomparire per sempre. A completare l’opera, in campo appunto di magia, è intervenuto il mare, che in pochi anni ha riportato a galla le nostre dimenticanze tutte insieme, rendendo evidente che se non vogliamo essere noi questa volta quelli che scompaiono, bisognerà riconsiderare il nostro operato, e mettersi alla prova in una nuova magia: quella di ricordare.

Un’ indagine sul rapporto tra l’uomo e la plastica, che parte dal legame che ha unito questo materiale allo sviluppo della società contemporanea e alle abitudini quotidiane della collettività e degli individui.

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI

ore 17.00 GIARDINO BOTANICO SERTOLI Via San Felice 36 (Casetta Dei Filtri)

FIABE NEL BOSCO A.T.I.R. con il sostegno di REGIONE VAL D’AOSTA 

con Chiara Stoppa, Stefano Orlandi, Marika Pensa, Sara Zoia, Gabriele Genovese. 

elaborazione storie e drammaturgia Chiara Stoppa
scene e costumi Marianna Cavallotti
musiche originali Omar Nedjari
supervisione artistica e regia Chiara Stoppa e Stefano Orlandi 

Fiabe nel Bosco è un progetto composto da sei fiabe in cui il protagonista è il Dahu, animale leggendario, caratterizzato dall’avere gambe asimmetriche.

Questa caratteristica gli impedisce di camminare agilmente come tutti gli altri animali, però lo rende uno scalatore formidabile. A differenza di tutti gli altri, infatti, il Dahu, proprio per la sua conformazione fisica, è capace di muoversi sui pendii con libertà e agilità uniche, mantenendo le zampe più corte a monte e le più lunghe a valle. 

Il suo difetto e la sua diversità lo rendono più unico che raro.

Nelle storie vengono affrontati temi cari all’età infantile e in generale alla formazione della persona: le competenze e le capacità, il senso di inadeguatezza, l’incontro con la diversità, il conformismo, il limite, le aspirazioni, il riconoscimento dell’altro ecc. 

Il tutto in modo divertente e lieve come necessita ogni narrazione rivolta ai bambini, coinvolgendo sempre il pubblico (anche adulto) in un gioco continuo di complicità ma senza rinunciare al senso e alla profondità del messaggio. 

Ogni fiaba è indipendente ma collegata alle altre non solo dalla figura del Dahu, ma anche da due personaggi, il dottor Sotuttmi e il suo assistente che prima di ogni fiaba giocano con il pubblico in un prologo pseudoscientifico per dimostrare l’esistenza di questo leggendario animale. 

Sei fiabe in cui attraverso gli occhi del Dahu, animale leggendario dalle gambe asimmetriche, si affrontano temi cari all’età infantile come il senso di inadeguatezza, il limite, le aspirazioni e l’altro.

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI

ore 17.00  CIMITERO DI STAGLIENO (scalinata Pantheon) Piazzale G.B. Resasco

EPPURE ERA BELLA LA SERA Teatro Metropopolare

drammaturgia e regia Livia Gionfrida

con Livia Gionfrida e Giulia Aiazzi

fisarmonica e voce Simone Faraoni

organizzazione Francesca Nunziati

Eppure era bella la sera è una lettura-spettacolo che dà voce alle vicende individuali delle donne della Resistenza Italiana e al valore sociale e politico che ebbero in quel particolare frangente storico.

Si tratta di storie eterogenee: attraverso motivazioni ideali comuni le donne compiono scelte coraggiose ed orgogliose, mai scontate o rinnegate. Furono staffette, fattorine, infermiere, vivandaie e combattenti: trasportavano esplosivi nella borsa della spesa, animavano gli scioperi nelle fabbriche e imbracciavano le armi. All’inizio è anche la guerra privata di donne che smettono improvvisamente di sentirsi solo madri o figlie, che decidono di lottare non solo contro l’occupante tedesco o i fascisti di Salò, ma per liberare sé stesse dai pregiudizi morali e dalle discriminazioni imposte dalla cultura maschile. Nell’emergenza della guerra e nella speranza di un mondo più giusto, nella fede in una causa e nella coscienza politica, le donne non hanno esitato a rischiare e perdere la propria vita, costituendo non un appoggio assistenziale ma la spina dorsale della Resistenza. 

Due attrici disegnano un percorso di memorie, storie e paesaggi, accompagnate da canti e musiche della tradizione partigiana eseguiti dal vivo. 

Storie di donne della resistenza che evidenziano il ruolo del femminile durante la guerra, non solo come appoggio esistenziale ma vera e propria spina dorsale della rivolta partigiana.

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI

ore 21.00 TEATRO GARAGE Via Paggi, 43b

FUNAMBOLE Matrice Teatro 

da un’idea di Virginia Cimmino, Irene Papotti e Claudia Perossini

regia e drammaturgia di Virginia Cimmino e Claudia Perossini

con Virginia Cimmino, Giorgia Fasce e Claudia Perossini

scene, luci e video di scena Giulia Argenziano

aiuto regia Davide De Togni

aiuto drammaturgia Matteo Dagnino

consulenza per la drammaturgia Spremuta – Officina di Analisi Artistica

Funambole racconta la storia di tre amiche d’infanzia: Aurora, Maddalena e Rita, e mostra i momenti salienti di crescita delle tre protagoniste. Vengono raccontate diverse esperienze, alcune in cui si sono scontrate con luoghi comuni collegati all’idea di femminile: “le femmine hanno i capelli lunghi” risuona nella testa di Maddalena, dopo un episodio avvenuto nel bagno della scuola con un ragazzo più grande; altre invece, momenti di importanti decisioni: Aurora sceglie di andare via dalla sua città natale per studiare e scopre cosa comporta salutare dal finestrino del treno tutta la sua famiglia; e ancora, situazioni di estrema fragilità: come dirà Rita alle proprie amiche che si soffre di un disturbo psichico? Si presentano, dunque, spaccati di vita, nei quali una parte del pubblico potrà riconoscersi con maggiore semplicità e l’altra parte potrà conoscere e empatizzare.

Funambole pone anche l’attenzione sul tema dell’elaborazione del lutto, sui diversi modi in cui si affronta la perdita di una persona cara e su come queste diversità possano incrinare rapporti.

«Perché non c’eri quel giorno?» chiede Maddalena ad Aurora riferendosi al funerale di Rita. «C’ero, lo sai. Un po’ in fondo, un po’ fuori», risponde Aurora, dichiarando per la prima volta la sua incapacità di essere vicina alla sua amica in quel momento di dolore. Quello che emerge in seguito dal dialogo fra le due amiche è, però, che non c’è un modo giusto e uno sbagliato di affrontare la situazione, non esiste una giusta distanza da cui guardare «le cose» o un giusto modo di stare dentro «le cose», e che quello che possono fare insieme, dopo tutto quel tempo, è conservare stretto il ricordo della loro amica.

Tre amiche fanno un accordo: tra 15 anni si troveranno nel luogo dove sono cresciute per raccontarsi le esperienze che le hanno portate ad essere chi sono oggi: donne coraggiose in equilibrio su una sinusoide.

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI

ore 16.30  TEATRO DELL’ORTICA Via Salvador Allende 48

CANTICO DELLE ALTEZZE Teatro dell’Ortica

ideazione e regia Giancarlo Mariottini

con gli allievi e gli attori del Teatro dell’Ortica

Librarsi, volare alto.

È una tensione verso l’alto, ascensionale, contraria alla forza di gravità, quella che ci chiede di confrontarci con ciò che lo sguardo non riesce ad abbracciare nella sua interezza.

Ciò che ci eleva: animo, sentimenti, pensieri.

Ciò che ci solleva: corpo, respiro, mente.

Ciò che ci allontana dal profondo del baratro, che ci consente di non finire schiacciati.

Così, da terra, dal basso, solleviamo la testa all’insù.

Che sia proprio questo a renderci umani e non disumani?

Forse, finché, piedi a terra, facciamo volare lo sguardo all’altezza, c’è ancora speranza.

Performance teatrale comunitaria negli spazi nascosti di una periferia trasfigurata, per interrogarci collettivamente su ciò che ci eleva e ci solleva.

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI

ore 21.00  TEATRO GARAGE Via Paggi, 43b 

IL COLORE X Animanera Teatro 

testi Magdalena Barile, Greta Cappelletti, Davide Carnevali
regia Aldo Cassano
con Martin Chishimba, Yudel Collazo, Kalua Rodriguez
sound designer Antonio Spitaleri
aiuto regia Natascia Curci
scene Nani Waltz
costumi Lucia Lapolla
luci Giuseppe Sordi

Il nuovo progetto di Animanera nasce dall’indagine che la compagnia sta effettuando nelle aree periferiche della città di Milano attraverso un intervento artistico-sociale, utilizzando il teatro come mezzo di integrazione tra persone di nazionalità diversa, e come strumento di valorizzazione dei quartieri periferici e dei loro abitanti.
L’obiettivo è la commistione tra culture diverse attuando pratiche di integrazione e socializzazione interraziale. All’interno di questo processo è nata l’esigenza di raccontare attraverso testi originali il disagio di persone e comunità che vivono ai margini, in particolare giovani neri immigrati.
Il progetto mette al centro la narrazione di storie di vita intercettate attraverso gli interventi della compagnia, e al tal proposito è stato coinvolto un team di autori milanesi: Magdalena Barile, Greta Cappelletti e Davide Carnevali che, attraverso lo strumento dello storytelling, hanno poi convogliato in maniera creativa, le storie dei partecipanti in testi teatrali. IL COLORE X nasce proprio dalla rielaborazione drammaturgica delle testimonianze raccolte nei percorsi teatrali attivati nelle periferie con la collaborazione di associazioni di quartiere e istituzioni scolastiche come i CPIA (centri gestiti dalla Pubblica Istruzione, destinati a un percorso di studio e alfabetizzazione per adulti sia italiani che stranieri) e le Scuole Senza Permesso del Centro culturale Multietnico La Tenda. Lo spettacolo nasce dall’urgenza di raccontare un mondo, quello delle periferie di una città come Milano e delle sue fasce di abitanti più disagiate ed emarginate. Con l’obiettivo particolare di mettere in evidenza i limiti insiti in ciascuno di noi di fronte al confronto interraziale, alla convivenza e interazione con tutte quelle persone che apparentemente ci sembrano distanti, per il colore della pelle, per la religione, per la lingua, appartenenza politica, sesso o ceto sociale. IL COLORE X si interroga sulla possibilità di trovare una strada percorribile verso un’anima collettiva in grado di superare ogni differenza.

Tre episodi che raccontano da differenti punti di vista la discriminazione razziale come confine e limite del confronto tra le diverse culture e che, in diversi gradi, è insita in ognuno di noi.

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI

ore 10.30 TEATRO DELL’ORTICA Via Salvador Allende 48 

STRANITÀ. LABORATORIO DI TEATRO SOCIALE APERTO ALLA CITTADINANZA Gruppo Stranità 

Il Gruppo Stranità, nato nel 1997 da un’idea di Anna Solaro e Mirco Bonomi, è un progetto di teatro sociale del Teatro dell’Ortica che coinvolge pazienti psichiatrici seguiti dalla Salute Mentale della ASL 3 Genovese, attori, operatori socio-sanitari e volontari. Il laboratorio intende fornire supporto nei percorsi di riabilitazione psichiatrica e dare l’opportunità di lavorare su sé stessi attraverso l’incontro con gli altri, per un luogo di aggregazione reale e di contatto tra i pazienti e la cittadinanza, in cui fare esperienza di nuove relazioni possibili e coltivare una mentalità di maggiore apertura verso l’altro, abbandonando i condizionamenti e i pregiudizi.

Stranità è un laboratorio che da quasi trent’anni coinvolge pazienti psichiatrici, attori, operatori e volontari in un progetto di inclusione sociale e comunitaria di persone con fragilità.

INGRESSO LIBERO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA al sito www.teatrortica.it

ore 21.OO  TEATRO GARAGE Via Paggi, 43b

ERA MEGLIO NASCERE TOPI Anomalia Teatro

con il sostegno di Teatro Studio Uno e RE.TE. Ospitale della Compagnia Teatrale Petra

con Marco Gottardello e Debora Benincasa
regia Amedeo Anfuso
drammaturgia Debora Benincasa
habitat Andrea Gagliotta
costumi Simona Randazzo
progetto grafico Nachos

In una piccola cittadina di periferia viene istituito un campo nomadi. La reazione di protesta della popolazione è immediata: un presidio permanente di fronte al campo per convincere le autorità a spostare i rom da qualche altra parte, qualunque purché lontana.

Lo spettacolo si concentrerà sulla giornata del 31 dicembre, in cui i presidianti si prepareranno alla “Grande Festa di Capodanno”. Tutti sono stretti contro il nemico, rappresentato da ciò che sta al di là della rete, quelle ombre che abitano il campo.
Questo lavoro propone una riflessione sul nuovo razzismo che non usa più discriminazioni esplicitamente biologiche ma si annida nelle proposte identitarie e nazionaliste con la stessa violenza di quando parlava di razze inferiori.
Nessuno ha colpa, ma l’odio continua a circolare e a respirare tranquillamente. Nessuno ha colpa, ma quando l’aria è carica di odio è molto più facile trovare un fucile e sapere esattamente contro chi sparare.

Il popolo rom ha una storia di continua emarginazione, in Italia è la minoranza più odiata, fortemente e violentemente.
Non ci proponiamo di spiegare un popolo immenso ed estremamente diversificato come quello rom, ma speriamo di lasciare alcune immagini e punti di vista che stimolino lo sguardo al di là dello stereotipo a cui siamo abituati.
Contro le categorizzazioni precise mostriamo una serie di voci che interrompono la logica del discorso, che si fanno spazio per raccontare un’alterità possibile in un mondo che tenta di cacciarla o almeno di nasconderla dentro un armadio o sotto i ponti.

Un gruppo di cittadini presidiano un campo Rom che da poco si è stabilito in città. Questo è il nuovo razzismo che va oltre le discriminazioni biologiche e sfocia nelle proposte identitarie e nazionaliste.

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI

ore 11.00 E DOM 6 OTTOBRE ore 17.00  VILLA PIANTELLI Corso Alessandro de Stefanis, 8 

FIABE IN VILLA – ALADINO E I TESORI NASCOSTI Compagnia Liberitutti

di Fiorella Colombo

con Filippo Brunelli, Debora Buoncristiani, Federica Castagnoli, Fiorella Colombo, Lucia Razeto, Mirea Dosi, Fabrizio Marchesano, Alice Pellegrini, Francesco Pellegrini, Giuseppe Pellegrini, Zoe Toccafondi, Lara Vaccaro, Eleonora Vita

Laboratorio teatrale e di animazione con bambini dai 5 agli 11 anni con restituzione finale itinerante centrata sulla Storia di Aladino
Aladino è il Sultano di Agraba ormai da tanti anni. La sua famiglia si è arricchita a tal punto che le ricchezze e gli agi di ogni genere non sono più una novità. Ma Jasmine è stufa di una vita così vuota e si confida con il figlio Alì. Un giorno Alì scopre che su antichi manoscritti è nascosta la formula della vera felicità: la lampada magica era solo l’inizio di un meraviglioso viaggio! Tutti insieme si partirà per andare a scoprire le altre lampade della felicità! L’animazione e lo spettacolo sono centrati sulla forza del desiderio e sul coraggio di raggiungere i propri obiettivi

Laboratorio teatrale e di animazione con bambini dai 5 agli 11 anni con restituzione finale itinerante centrata sulla Storia di Aladino

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI

ore 17.00 VILLA IMPERIALE CATTANEO Via S. Fruttuoso, 100 

QUEI PACCIUGHI DI MESSER LUCA Il Ratto delle Sabine in Villa Imperiale Cattaneo 

Associazione La Chascona

Mise en espace della riduzione del  testo …ET ALZANDO GLI OCCHI AL CIELO, VIDE MERAVIGLIE 

di Gianni Orsetti e Gino Carosini 

Con Ludovica Baiardi, Giorgia Fasce, Matteo Dagnino, Piergiorgio Tacchino

Riduzione e adattamento Iula Rossetti

Regia Giovanni Cadili Rispi

Luca Cambiaso (1527 – 1585), è indubbiamente l’artista ligure più apprezzato a livello internazionale, grazie alla sua poliedrica esperienza artistica, alla sua eccezionale qualità di disegnatore e soprattutto alla sua opera all’Escorial che ne conferma la notorietà nel panorama del tardo Cinquecento europeo. Quei pacciughi di Messer Luca Il Ratto delle Sabine in Villa Imperiale Cattaneo è una riduzione del testo “…et alzando gli occhi vide meraviglie” di Gianni Orsetti – Gino Carosini, che mette in scena la maestosità dell’artista vista attraverso gli occhi di sua moglie Peregrina, dell’amico Valerio Della Corte, dell’allievo Lazzaro Tavarone e della nobildonna Cattaneo – Vivaldi allora proprietaria del meraviglioso affresco de Il Ratto delle Sabine sito nella volta del salone di rappresentanza della villa Imperiale Cattaneo in Genova, il cui disegno preparatorio è conservato alla National Gallery di Edimburgo in Scozia.

INGRESSO LIBERO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA tel. 010.511447 email

info@teatrogarage.it

ore 19.00  TEATRO DELL’ARCA Via Clavarezza, 16 PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA 

AMUNÌ Voci Erranti

di Grazia Isoardi

con gli attori-detenuti del Carcere di Saluzzo (CN)

coreografie Marco Mucaria 

regia Grazia Isoardi

luci Cristian Perria

L’Associazione Voci Erranti, dall’anno 2002, gestisce il Laboratorio Teatrale permanente per i detenuti della Casa di Reclusione di Saluzzo (CN) ed ogni anno produce un nuovo spettacolo aperto alla cittadinanza e agli istituti scolastici della Provincia raggiungendo oltre duemila presenze di spettatori.

Da sempre, in accordo con le autorità competenti, il gruppo replica gli spettacoli in teatri esterni, anche fuori regione (Genova, Roma, Firenze, Milano, Torino…), perché realtà di teatro in carcere riconosciuta di eccellenza e raccogliendo sempre notevoli consensi sia da parte del pubblico che degli addetti ai lavori.

Nel 2013 nasce, con la regia di Grazia Isoardi, AMUNI’, spettacolo che parte dalla riflessione dei detenuti sul tema della paternità, sul fatto di essere padri assenti e figli difficili, di essere cresciuti senza padri non perché orfani, quanto privi di padri autorevoli, portatori di valori e testimoni delle responsabilità della vita.

Ora questi figli vivono l’attesa del ritorno alla libertà e attendono il ritorno del padre proprio come Telemaco fece con Ulisse.

AMUNI’ è la storia di nove fratelli che attraverso i giochi e i ricordi dell’infanzia ritornano a loro volta bambini. “…che cosa vuol dire essere padre? Chi me lo può insegnare? C’è un altro Padre? Cosa sarebbe cambiato nella mia vita se papà fosse stato presente? ….”

Telemaco ha atteso il ritorno del padre, ha pregato affinché si ristabilisse nella sua casa, invasa dai Proci, la Legge, ma oggi nessuno sembra più tornare dal mare anche se tutti abbiamo, almeno una volta, guardato il mare in attesa che qualcosa da lì tornasse.

Pensieri di vite recluse, dubbi abitati dai sensi di colpa e responsabilità mancate, nostalgie di infanzie negate che prendono forma sul palcoscenico in un contesto di festa dal sapore amaro dell’“assenza”.

La storia di nove fratelli che attraverso i propri ricordi d’infanzia ragionano sulla propria condizione esistenziale. Cosa vuol dire essere padre? Chi me lo può insegnare? C’è un altro Padre?

INGRESSO LIBERO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA al sito  www.teatronecessariogenova.org 

ore 10.30 TEATRO DELL’ORTICA Via Salvador Allende 48

GIUSTAPPUNTI. STORIE DI RAGAZZE, RAGAZZI E DI GIUSTIZIA MINORILE 

Defence for Childrenin collaborazione con Teatro dell’Ortica

(I.S.S. MARSANO E MAJORANA – GIORGI)

regia Giancarlo Mariottini

con Luca Giudice, Anna Giusto, Fabrizio Marini, Edda Marrone

ispirato dai racconti di giovani che hanno incontrato il sistema di giustizia penale minorile

Lo spettacolo nasce da testimonianze dirette di ragazzi e ragazze minorenni indagati o imputati in processi penali in Italia. Giovani e giovanissimi che rischiano di essere visti e di vedersi come “scarti”, come rifiuti indifferenziati della società, come vite guaste e già rovinate in partenza. Giovani e giovanissimi che rischiano di essere trattati come fascicoli da sbrigare, come fogli di carta, senza conoscere o voler conoscere i racconti spesso dolorosi che hanno scritti addosso, magari con inchiostro simpatico. Per una giustizia minorile accessibile, adeguata all’età, rapida, diligente, adatta alle esigenze dei minorenni e su di essa incentrata, in linea con i principi del giusto processo, che possa garantire il diritto alla partecipazione e alla comprensione del procedimento, il diritto al rispetto della vita privata e familiare, il diritto all’integrità e alla dignità.

Spettacolo basato su testimonianze di ragazzi e ragazze indagati, imputati o processati  in cui viene approfondito il tema della giustizia minorile in Italia.

ore 10.30 TEATRO DELL’ORTICA Via Salvador Allende 48

C’È GIOCO E GIOCO TEATRO DELL’ORTICA 

(I.C. MOLASSANA – PRATO) 

con Giancarlo Mariottini e Ilaria Piaggesi

regia di Mirco Bonomi 

Uno spettacolo sulla ludopatia. I due attori, che sono anche operatori pedagogico teatrali, raccontano il gioco nella sua accezione positiva e in quella patologica, a partire dell’infanzia. In una serie di quadri in rapida successione i due protagonisti mettono di fronte al pubblico di come il gioco possa divenire malattia.

I protagonisti sono Ila e Gian, dapprima bambini, poi adolescenti, giovani adulti nel ruolo di marito e moglie, e infine anziani. Le storie si succedono e hanno sempre come elemento centrale gli effetti del gioco quando degenera in patologia: la ludopatia. Lo spettacolo si snoda in una doppia versione: la prima come spettacolo con risposte aperte, la seconda come performance interattiva con il pubblico.

Riflessione sul tema del gioco lungo tutte le fasi della vita, da quando si è bambini, adolescenti, poi adulti e infine anziani. Il gioco può essere felicità e spensieratezza, ma anche dolore e malattia. 

ore 18.30 TEATRO DELL’ORTICA Via Salvador Allende 48 

TOPOGRAFIA DEL CASO TEATRO DELL’ORTICA 

di e con il Gruppo Stranità

regia di Giancarlo Mariottini

aiuto regia Ilaria Piaggesi e Riccardo Selvaggi 

dedicato a Anna Solaro
Tutti i luoghi hanno una loro identità.
Un paesaggio fatto di memorie, saperi, affetti sedimentati, che si fanno un tutt’uno con l’aria, gli odori, l’intonaco e il cemento.
Ci sono luoghi di separazione, luoghi che diventano gabbie, luoghi dove abita la sofferenza e luoghi dove abita la speranza.
Ci sono i luoghi di una cura possibile.
Casa, comunità, città. Come si abitano?
È possibile costruire luoghi che fanno salute?
È possibile reinventare i luoghi della salute mentale?
Se si fa attenzione, ci sono luoghi, negli angoli delle città, dove è possibile ricondizionare l’aria, dove la salute si fa spazio, si fa aria, si fa costruzione, si fa all’unisono.
Sono luoghi che si incontrano per caso, abitati da casi umani, umanissimi.
Lì, si può farci caso.
O farci casa.

Tutti i luoghi hanno una loro identità e il Gruppo Stranità si muove alla ricerca di essa. Ci sono luoghi di separazione, luoghi dove abita la sofferenza e luoghi dove abita la speranza, luoghi di una cura possibile.

INGRESSO LIBERO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA al sito www.teatrortica.it

INFO E CONTATTI 

TEATRO DELL’ORTICA Via Salvador Allende 48 tel. 010.8380120 organizzazione@teatrortica.it TEATRO GARAGE Via Paggi, 43b tel. 010.511447 info@teatrogarage.it
INGRESSO LIBERO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA > 
WORKSHOP “TOMATO SOAP LAB – GIOCHI DI GENERE” al sito www.teatrortica.it  STRANITÀ. LABORATORIO DI TEATRO SOCIALE APERTO ALLA CITTADINANZA al sito www.teatrortica.it  QUEI PACCIUGHI DI MESSER LUCA Il Ratto delle Sabine in Villa Imperiale Cattaneo  tel. 010.511447 email info@teatrogarage.it AMUNÌ al sito  www.teatronecessariogenova.org  TOPOGRAFIA DEL CASO al sito www.teatrortica.it 

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Municipio III Municipio IV

Fontanegli S.p.A

I Condomini di Villa Durazzo Pallavicino 

Congregazione delle Suore di N.S. Rifugio in Monte Calvario

Circolo Culturale Ricreativo Villa Piantelli

Auser

Villa Migone  

Civica Biblioteca Lercari 

Circolo Ricreativo Culturale Via Sertoli

Cimitero Monumentale di Staglieno

Teatro Necessario